In sintesi UN COMUNE PROTAGONISTA E CHE ASCOLTA I CITTADINI (non solo
alcuni). Per
l’efficacia del governo futuro risulta fondamentale ridare al Comune la propria istituzionale
responsabilità propositiva, di guida e coordinamento sui temi di sviluppo della città,
mantenendo
un’autonomia che salvaguardi gli interessi collettivi e promuova reali strumenti di
partecipazione e di
pianificazione a tutti i livelli e su tutti i settori. Una partecipazione autentica, che deve
essere posta
a monte e non a valle dei processi decisionali, condotta nel rispetto degli interlocutori
attraverso
metodologie riconosciute e con chiarezza sugli obiettivi.
Come si può pensare di essere efficaci ad esempio nel settore del sociale se tutte quelle straordinarie
forze del volontariato insieme alla Caritas e ad altri non trovano nel Comune un
riferimento organizzativo generale? Il volontariato è forte se il Comune fa la sua parte e lo coordina, lo
indirizza, lo aiuta.
Su un altro piano operativo si tratta di migliorare il funzionamento della macchina
comunale che oggi penalizza le tante professionalità presenti, anche per quanto riguarda i
servizi e le pratiche per i cittadini e le imprese, in termini di sburocratizzazione,
riduzione delle tempistiche, chiarezza di comunicazione, coordinamento gestionale, rendicontazione. Una
nuova concezione di ruolo del Comune senza la quale è difficile poter affrontare la
complessità dei problemi e le relative risposte progettuali, a cominciare da quelle del
PNRR, superando l’attuale incapacità di pensare e programmare in termini di area vasta, di
guardare oltre i confini amministrativi del Comune e di costruire collaborazioni inter-istituzionali.
Il caso della gestione dei fondi PNRR a Parma è emblematica. Ogni settimana escono idee e proposte varie,
ogni tanto il Comune afferma di avere vinto un bando e di intervenire qua e là. E’ questo il modo di
procedere? E’ stato mai presentato alla città un piano complessivo degli interventi finanziabili con il
PNRR? Si procede così, in ordine sparso. Bisogna riorganizzare un piano programma dei fondi del
PNRR che destinarli in modo equilibrato e razionale le opere più necessarie coinvolgendo la
cittadinanza.
Con IREN ed altri enti partecipati dal Comune bisogna aprire il tema della qualità del servizio e
delle bollette che, particolarmente onerose viste le difficoltà del periodo, risultano di
difficile lettura, magari adottando anche procedure di contratto più semplici e verificando possibilità di
riduzione dei costi, dove il Comune deve essere dalla parte dei cittadini.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Individuazione di un nuovo Direttore Generale con competenze adeguate a facilitare il coordinamento
dirigenziale dei settori di una macchina ammnistrativa complessa come quella del Comune di
Parma.
B – Revisione del quadro delle aziende e delle fondazioni partecipate, apertura di un tavolo con IREN
teso a rendere efficiente e a sburocratizzare i servizi all’utente nonché a valutare possibili criteri
di riduzione tariffaria e modalità di raccolta dei rifiuti.
C – Ricostruzione di una rete di decentramento circoscrizionale che consenta una reale partecipazione e
contributo decisionale dal basso. In parallelo bisogna decentrare una serie di servizi socio-sanitari e
della sicurezza all’interno dei quartieri.
D – Piano generale di sburocratizzazione e facilitazione dei servizi comunali nei confronti di
cittadini, associazioni, imprese.
E – Presentazione consultiva del bilancio di previsione del Comune con rendicontazione chiara alla città
e ai quartieri sulla destinazione delle risorse, a cominciare da quelle del PNRR.
Vogliamo una CULTURA AUTENTICA E RADICATA. Si tratta di voltare
pagina rispetto alla concezione spettacolarizzata e prevalentemente commerciale di cultura di
questi anni, quella che abbiamo vissuto con Parma Capitale della Cultura 2020-21, che ben poco di
memorabile e di realmente educativo ha lasciato alla città, per non parlare della chiusura di
teatri e cinema, e con 7.6 milioni di spesa pubblica di cui al momento non si ha riscontro. Abbiamo visto
cose spesso inutili, alcune illeggibili, alcune imbarazzanti come le sedie con alberello in piazza
Garibaldi o le installazioni sul Ponte di Mezzo. Dov’è finita la Parma dei Festival del Teatro, della
Poesia e dell’Architettura, la tradizione del cinema, del Regio, delle grandi mostre che la città ha
saputo produrre nella sua recente storia?
Siamo a favore di una espressione più autentica e formativa di cultura, dove tradizione e
contemporaneità si incontrino, valorizzando le realtà del contesto anche attraverso forme di apertura e
collaborazione a livello internazionale. Una cultura che si caratterizzi sui piani del progetto e
della produzione nei diversi settori, così facilitando la formazione di nuove competenze e la
conservazione di quelle tradizionali. Cultura vuol dire innanzitutto produzione, il saper ideare,
inventare, rielaborare i caratteri, le espressioni di una città attraverso tutte le arti e i
saperi a cominciare da quello storico. Si tratta di programmare una grande produzione teatrale o
cinematografica, una importante mostra, un festival qualificato, di mettere realmente a sistema i musei
cittadini, ed altri prodotti di alto livello capaci di far emergere il nome "Parma" in campo nazionale ed
estero
Al tempo stesso, in parallelo e con meccanismi di scambio e collaborazione con le grandi produzioni,
bisogna sostenere una cultura molecolare che faciliti processi educativi per la
cittadinanza nelle arti visive, nella musica, nel cinema, nel teatro, nella letteratura ma non
meno nella scienza e in quei settori del sapere capaci di determinare valori originali e significativi in
termini di cultura sociale ed economica, in stretta relazione programmatica con scuole,
università, associazioni, poli museali, mondo dei beni culturali, imprese, riaprendo il rapporto tra
centro e periferia attraverso spazi di fruizione per ospitare ma soprattutto produrre cultura
anche in modo diffuso.
Una cultura che può assumere una valenza importante se non decisiva di supporto ai progetti di
rigenerazione urbana nei quartieri più problematici, in particolare sul piano dell’educazione
giovanile e
della non sempre facile integrazione multietnica.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Istituzione di un tavolo della cultura dal titolo “Progetto Parma Cultura” di previsione sulla
programmazione culturale e il budget biennale, con tematiche ed obiettivi di produzione condivisi tra le
istituzioni culturali della città e in collaborazione con le associazioni e le scuole.
B – Progettazione di un Festival Internazionale “Parma città delle Arti” a tema annuale, distribuito su
due fasi, primaverile ed autunnale, oltre ad un progetto di ridefinizione artistica del Festival Verdi e
della produttività del Regio (con un reale coinvolgimento delle professionalità presenti).
C – Prima fase pilota di allestimento di nuovi laboratori culturali all’interno delle scuole in rapporto
ai quartieri di appartenenza.
D – Messa a disposizione di spazi municipali per progetti proposti dalle associazioni culturali e di
produzione artistica di base (teatro, musica, danza, cinema, arti visive, scrittura ecc. ecc.).
E – Progetto di produzione biennale di una grande mostra di portata internazionale, in collaborazione
con l’Università di Parma ed altri centri di ricerca scientifica, all’interno della crociera
dell’Ospedale Vecchio quale struttura produttiva permanente dei grandi eventi d’arte.
F – Ridestinazione del complesso di San Paolo a centro di ospitalità per accademie internazionali
(università americane ed europee in primis), associazioni culturali, centro della fotografia, museo
della città come ampliamento della Pinacoteca Stuard.
G – Sviluppo di un piano di promenade urbane con tematiche tra le quali quella dello “stradone
petitotiano” con i poli del Casinetto e dell’Orto Botanico, con il coinvolgimento dell’Università e
delle scuole superiori.
H – Istituzione di un biglietto unico “Parma One Ticket” per tutto il sistema museale della città con
facilitazioni di sconto per negozi e ristoranti.
Il miglioramento delle azioni educative deve vedere un Comune capace di ascolto, analisi
preventiva, visione operativa attraverso una sistematica dei rapporti con i giovani e le famiglie
basata sul loro coinvolgimento in progetti significativi. LA SCUOLA INTESA COME LUOGO DI
COMUNITÀ è lo strumento principale per il raggiungimento di una educazione più efficace,
che determini reali effetti nella vita della città. Le scuole, in una logica inter-istituzionale, devono
diventare spazi urbani aperti, laboratori, officine del progetto giovanile, punti di presidio nel
quartiere, con rafforzate azioni di attività educative-formative da finanziare come
investimento per il futuro.
L’interfaccia tangibile tra scuola e vita urbana deve vedere il ruolo propositore ma soprattutto
facilitatore dell’amministrazione comunale anche rispetto al coinvolgimento di altri attori
sociali capaci
di apportare contributi in tal senso sui temi della cultura, dello sport, del volontariato, dei
valori
civili. Da investire in occasioni fruitive attraenti e di qualità, capaci di corrispondere ad un
doposcuola sottocasa.
Il tema fondamentale delle scuole per l’infanzia va sottoposto ad una attenta revisione in termini di
valorizzazione dei fattori qualitativi, a partire dall’esperienza delle professionalità già presenti,
attraverso nuove modalità di concertazione tra operatori e utenti, coinvolgendo le competenze della nostra
ed altre Università in materia. In particolare sulle scuole dell’infanzia va ripreso il tema dei
costi e
della disponibilità di posti, con particolare attenzione alle condizioni di fragilità, tenendo
ben
presente come questo aspetto incida fortemente sul ruolo della donna in campo lavorativo.
Si parla tanto di nuove scuole, bene, ma qualcuno si preoccupa di cosa poi
mettiamo dentro i muri? Quale
sostegno il Comune ha dato ad una concezione di scuola intesa anche come centro civico e
laboratorio di
cittadinanza per i giovani e non solo? La presenza coordinatrice del Comune risulta essenziale
se si vuole
promuovere un sistema complessivo di sinergia tra scuola e mondo esterno a fini educativi, ritagliato sui
casi specifici, rispetto alle esigenze particolari che ogni scuola in ciascun quartiere
presenta.
Anche a seguito della pandemia, si osserva un notevole incremento delle situazioni di
disagio nell’area
psicologica ed educativa relativa a bambini, adolescenti e famiglie. Tra le altre cose si
ritiene utile la
promozione, in collaborazione con l’Università, di spazi di consulenza e formazione rivolti agli
insegnanti ed operatori su situazioni critiche specifiche. Si tratta di una formazione
contestualizzata
che prevede il metodo della pratica riflessiva: analisi e osservazione di specifiche situazioni critiche e
l’individuazione di possibili interventi per promuovere un cambiamento.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Definizione del progetto “Città-Scuola” per supportare l’estensione funzionale (orari e spazi – dopo
scuola sotto casa) dei centri scolastici in chiave educativa e formativa per giovani ed adulti
nell’ambito dei quartieri. Oltre alle componenti dell’associazionismo culturale e del volontariato
sociale, particolare attenzione andrebbe dedicata al contributo dello sport alla scuola sotto forma di
convenzioni con i servizi e le associazioni sportive già presenti nei quartieri.
B – Predisporre servizi aggiunti, finanziati dal Comune, all’interno delle scuole per l’attività ludica
alternativa allo smartphone, l’orientamento al lavoro, l’ascolto psicologico, la valorizzazione delle
vocazioni, secondo una logica di “scuola come famiglia allargata”.
C – Verificare i criteri di riduzione delle tariffe e di estensione dei servizi scolastici (doposcuola
sotto-casa) quale sostegno alla famiglia e al lavoro femminile.
D - Verificare le condizioni di bilancio per interventi straordinari a favore del completamento della
rigenerazione delle strutture scolastiche e di una maggiore disponibilità finanziaria per incrementare i
posti della scuola d’infanzia quale scelta strategica a favore delle famiglie (in collaborazione con
Fondazioni bancarie e grandi aziende).
E – Ridefinire un “Tavolo Scuola” di indirizzo delle politiche educative e formative in chiave
integrata, secondo logiche di filiera e di coordinamento istituzionale, attribuendo un ruolo principale
alla componente insegnante.
DECORO E VIVIBILITA’ sono condizioni collegate per una città di qualità,
piacevole da abitare
ed attrattiva.
Se c’è un tema che vede d’accordo gran parte dei cittadini di Parma quello è la mancata cura della
città.
La pulizia di strade e marciapiedi, la manutenzione del verde e delle attrezzature, in particolare i
giochi bimbi, nei piccoli come nei grandi parchi, le logiche di raccolta dei
rifiuti, le piccole
riparazioni che richiedono mesi prima di essere effettuate, lo stato di degrado di certe
vetrine di negozi
sfitti, ponteggi lasciati montati per anni, si pensi a quelli che abbiamo avuto in Piazza
Garibaldi.
La segnaletica in particolare nel centro storico è affidata a cartelli giallo senape che
sembrano pensati
per un parcheggio o un’area industriale. I portabiciclette spesso rotti e con biciclette
vandalizzate e
abbandonate. Le fioriere, a partire da via Cavour il salotto di Parma, rovinate, ricettacolo di erbe e
cartacce, mozziconi di sigaretta ovunque, per altro molto inquinanti, affissioni abusive. Una sommatoria
di dettagli che restituiscono un senso di abbandono e di degrado. Tutto questo deve
cambiare attraverso
progettualità, programmazione e criteri all’altezza di una città d’arte come Parma, nel centro
come nei
tanti luoghi della periferia.
Tutti i fattori di degrado manutentivo si riflettono anche su quello della
sicurezza oltre che sulla
qualità abitativa in generale e il valore delle abitazioni. Se si dice di portare all’interno dei
quartieri la vigilanza municipale non possiamo limitarci ad aprire una postazione con vetrina ma vuota e
con presenze saltuarie o qualche telecamera in più. Bisogna tornare a progettare un
piano-programma per la
sicurezza, che deve adottare modalità alternative, studiate sui casi specifici, rispetto a
quelle che
sinora hanno portato ad esiti fallimentari nelle diverse situazioni urbane. Bisogna operare sul piano
dell’attenzione e della composizione sociale preventiva, a cui collaborino anche i
servizi di assistenza e
monitoraggio sociale, e dei presidi decentrati di polizia urbana, che non possono essere
standardizzati ma
dimensionati e dotati secondo le esigenze particolari di ogni situazione, a partire dalle
più
problematiche, così utilizzando al meglio le risorse. Tutti i settori comunali devono poi
collaborare
sinergicamente per migliorare i luoghi urbani sotto il profilo, anche solo percepito, della
sicurezza.
Anche il tema degli animali da compagnia, visto l’incremento verificatosi in questi
ultimi anni, va
considerato in termini progettuali, di servizi e spazi adeguati al benessere animale, così come di criteri
di comportamento a partire dalla pulizia dei marciapiedi. Nell’ottica di una quotidianità civile va
considerato inoltre con maggiore serietà e impegno il tema del Polo integrato animali di
affezione la cui
soluzione dovrebbe comprendere un rinnovato rapporto con il Dipartimento di Medicina Veterinaria della
nostra Università.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Nuovo piano generale per la raccolta dei rifiuti, differenziato a seconda delle specifiche
condizioni urbane, e introduzione di criteri più puntuali per la pulizia dello spazio pubblico anche
attraverso campagne di educazione.
B – Messa a punto di un piano “Parma città elegante” in collaborazione con i pubblici esercenti, i
commercianti, i proprietari di immobili della città.
C – Piani personalizzati per la sicurezza di quartiere: mappatura delle criticità, presidi decentrati,
regimi concordati di pattugliamento, rete di collaborazione, monitoraggio sociale.
D – Realizzazione di postazioni “Bici Sicura” in particolare nel centro storico e nelle centralità di
quartiere per facilitarne l’accesso per la fruizione di servizi e di spazi commerciali.
E – Redazione di un nuovo progetto dedicato agli animali di affezione: servizi (più cestini in strada
per le deiezioni), spazi, cura degli animali nei diversi contesti cittadini in collaborazione con il
Dipartimento di Veterinaria e le associazioni.
F – Progettazione e messa in atto di “Centri di manutenzione di quartiere” distribuiti nei 4 quadranti
della città ed uno per il centro storico per gli interventi ordinari di manutenzione programmata o a
richiesta, anche con l’ausilio di operatori dedicati a “lavori socialmente utili”.
Bisogna dare nuova vita al centro con attenzione a tutto il tessuto storico
della città, ad
est come ad ovest del torrente. Le attuali criticità, frutto di una mancata visione e
politica di
interventi dedicati, con una perdita valoriale in termini funzionali, sociali,
immobiliari e non ultimo
commerciali, con rischi evidenti anche sul piano dell’attrattività non solo turistica ma
dell’intera
cittadinanza e del territorio, richiede un deciso cambio di passo e di direzione.
Un robusto intervento di rivitalizzazione del Centro Storico di Parma esige la (ri)costituzione di un
approccio da “Centro Commerciale Naturale” con l’istituzione di uno specifico
Town Centre Management di
progettazione unitaria, programmazione ed interventi, in rapporto con un Tavolo di
Concertazione con
funzione di definizione delle linee guida e di raccolta delle esigenze e delle proposte di tutti i
soggetti interessati (rappresentanze operatori commerciali, proprietari dei negozi, abitanti). Da questo
ambito di coordinamento usciranno le azioni più adeguate anche per l’imprenditoria commerciale
giovanile,
per chi voglia aprire nuove attività artigianali e di servizio.
Il commercio e le altre attività su strada vanno considerate di pubblica
utilità per quanto riguarda la
sicurezza e la vivibilità della città agevolando di conseguenza le politiche di incentivo. Servono inoltre
isole pedonali con punti di custodia delle biciclette e parcheggi gratuiti o a basso costo per l’accesso
al centro che premino i veicoli meno inquinanti.
Tematiche da focalizzare: la rigenerazione di piazza Ghiaia reintroducendo un mercato
alimentare stabile,
in connessione alla spina commerciale Galleria Polidoro-via Mazzini-Repubblica-D’Azeglio,
all’interno di
una nuova strategia di interventi strutturali dedicati al commercio e a funzioni correlate, nuovi
progetti
fruitivi per i complessi di San Paolo e dell’Ospedale Vecchio idonei e congeniali al carattere
identitario
di quegli spazi, il rispetto conservativo anche in termini fruitivi della Cittadella e
del Parco Ducale,
il destino di Palazzo Sanvitale e di San Luca degli Eremitani, la messa a punto di un reale sistema
museale.
Tutti gli interventi devono essere compresi in un programma quinquennale del Centro
Storico che preveda
anche il recupero abitativo e l’introduzione di attività artigianali e terziarie a
favore del tessuto
socio-culturale e di un’immagine autentica, poiché abitata e viva, di centro
storico. Il centro risulterà
ancora attrattivo solo se riconquista abitanti, attività, occasioni di frequentazione non
occasionali,
socialità naturalmente secondo logiche coordinate e attente a prevenire forme di squilibrio e incongruità.
Anche il tema degli affitti temporanei va regolato e qualificato, a garanzia di tutti, a
complemento di un
sistema alberghiero di fondamentale importanza.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Attivazione di un progetto dedicato “Vivo Oltretorrente” con la partecipazione di tutti i portatori
di interesse e finalizzato a valorizzarne la vocazione abitativa, quella ospitante, produttiva
artigianale e commerciale, di espressione sociale, di autenticità identitaria (anche a fini turistici).
Destinazione espositiva “grandi mostre” per la crociera dell’Ospedale Vecchio con annessi spazi
produttivi, servizi complementari, associazioni culturali.
B – Progettazione di un centro servizi nell’ex Cobianchi sotto Piazza Garibaldi: centro informazioni,
toilettes, deposito bici, portineria degli abitanti il centro.
C – Messa in atto di un “Progetto Ghiaia” per la realizzazione di un food district con eliminazione
delle vele (da destinarsi al campus o alla Fiera), inserimento di un mercato alimentare di vendita e
consumo permanente, rigenerazione di via Mazzini-Galleria Polidoro a centro commerciale naturale.
D – Apertura del tavolo progettuale per il commercio in centro storico: programmazione di bilancio
quinquennale e riconoscimento utilità pubblica degli esercizi commerciali, in collaborazione con le
associazioni del commercio e la proprietà immobiliare collegata.
E – Lancio di un bando per ospitare nel complesso di San Paolo accademie internazionali d’arte e cultura
umanistica della rete universitaria internazionale (presenze straniere prolungate).
F – Tavoli di confronto sul futuro di Palazzo Sanvitale e di San Luca degli Eremitani.
Bisogna ripartire dalle PROBLEMATICHE ma anche dalle POTENZIALITA’ dei quartieri esterni al
centro. Non facciamo però di tutte le erbe un fascio. Bisogna redigere un’analisi ed una
programmazione
progettuale fino ad ora mai svolte, che consentano di realizzare interventi e una politica di
gestione
dedicate ad ogni singolo quartiere, con i suoi specifici bisogni e caratteri. Questo per
ottimizzare l’uso
delle risorse rispetto ad una superficie urbanizzata molto vasta quanto differenziata e non
omogenea anche
per composizione sociale.
Una progettazione personalizzata che individui le soluzioni per una mobilità dolce
ciclopedonale,
verifichi lo stato di manutenzione degli spazi pubblici in particolare quelli del verde attrezzato,
promuova la rigenerazione o la nuova creazione di centralità urbane, a contrasto dei fenomeni di
degrado,
su cui condensare l’offerta dei servizi per la salute e l’istruzione, il commercio di
vicinato, i pubblici
esercizi, in generale le attività di socializzazione, soprattutto per i più anziani e i più giovani non
meno che per le famiglie in particolare con i bambini più piccoli, in alternativa all’urbanità
dei centri
commerciali. Solo un adeguato sistema a rete rende effettivamente premiante la mobilità dolce
nei contesti
periferici. Il collegamento pubblico con gli autobus va riconsiderato anche rispetto alle mutate
esigenze
che ogni quartiere presenta nel tempo.
Una specifica attenzione andrà riservata ai quartieri che presentano maggiori problematiche in termini
urbanistici, di qualificazione abitativa e lavorativa, di sostegno ai bisogni di una società
multietnica
compresi quelli educativi e di comprensione delle regole di convivenza civile. Bisogna
inoltre rilanciare
una serie di soluzioni che trattengano le persone anziane all’interno del quartiere dove
hanno a lungo
vissuto.
Il COVID ci ha insegnato che all’interno del quartiere, nel raggio di 10 / 15 minuti a piedi, dovrei poter
disporre di tutto l’essenziale: generi alimentari e di prima necessità, artigianato di
servizio, servizi
di base per la salute, l’assistenza ad anziani e disabili, spazi per i giovani a cominciare dalle scuole,
ecc. ecc. Ogni quartiere dovrebbe essere sottoposto al vaglio di una completezza minima di
dotazioni e
qualità abitativa e nel caso si registrino carenze si devono programmare gli interventi
necessari su base
prioritaria.
E’ importante ribilanciare le destinazioni d’uso nel quartiere dove, ad esempio, alla
componente
prevalente abitativa vanno associate anche attività di tipo terziario, dell’artigianato di servizio e
manutenzione a basso impatto, unità commerciali di vicinato o specializzate. Questo per
motivi di vivacità
e diversificazione dei soggetti abitanti, opportunità di lavoro sottocasa, sicurezza
percepita. Bisogna
evitare fenomeni di concentrazione e di ghettizzazione di componenti sociali fragili
sotto il profilo
socio-economico e culturale.
La rigenerazione periferica deve inoltre progettare l’uso di grandi aree pubbliche e private da
troppi
anni dismesse e abbandonate, secondo un quadro sistemico razionale e coordinato degli
interventi che
coinvolga ad esempio l’ex-Mercato Bestiame, l’ex Scalo merci, i depositi Tep e molte altre come occasioni
per dare risposte alle nuove generazioni in termini abitativi, nonché di attività
artigianali e di piccola
impresa a tecnologia avanzata compatibili con le destinazioni residenziali.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Redazione dei “Progetti di Quartiere” capaci di restituire un quadro dettagliato delle problematiche
e delle esigenze specifiche di ognuno sulla base delle quali realizzare gli interventi urgenti di
riqualificazione e quelli da programmare durante i cinque anni di mandato. Favorire il ripopolamento
produttivo, commerciale e di servizio all’interno dei quartieri.
B – Programmare una campagna straordinaria di manutenzione del verde, degli spazi pubblici, dei giochi
bimbi, di strade e marciapiedi che recuperi lo stato di mancata cura di questi ultimi 5 anni. Rendere
continuo e monitorato lo stato di manutenzione.
C – Progettare la realizzazione di 4 centri di manutenzione comunale ordinaria interquartiere nei
settori nord-ovest, nord-est, sud-ovest, sud-est della città al fine di ottimizzarne la tempestività di
intervento e il monitoraggio.
D – Implementare e stabilire in ogni quartiere le Case della Salute intese anche come case della
comunità di quartiere, per prestazioni aggiunte di servizio ai giovani e agli anziani, in particolare
per le case protette e i bisogni dei soggetti fragili.
E – Incentivare e sovvenzionare la realizzazione di case protette per gli anziani (a cominciare dal
mantenimento nella propria abitazione) e i soggetti diversamente abili attraverso il consorzio cittadino
“Abito Qui” (Comune, Fondazioni, Regione ed altri enti pubblici e privati).
F – Sperimentare il progetto dei “Macro-isolati di Quartiere” come unità di vicinato promosse dal Comune
in grado di realizzare al proprio interno dei servizi collettivi quali il portierato, la sicurezza, il
monitoraggio sociale, alcune attività per sport e cultura sotto casa, la gestione energetica, i servizi
di manutenzione domestica, la mobilità condivisa, le azioni di sostenibilità in genere.
Serve un rinnovato sforzo progettuale ed organizzativo sul tema della SALUTE INTESA COME
FENOMENO ESTESO DI SALVAGUARDIA INDIVIDUALE E SOCIALE. Riguarda il contrasto preventivo e curativo
a tutte
le forme di patologia fisica e psichica, ma anche le strategie assistenziali rivolte a
tutte le forme di
fragilità degli anziani, dei diversamente abili sino alle espressioni di povertà estrema che
rendono molto
vulnerabili persone e famiglie.
Partendo dal dato istituzionale di un Sindaco come massima autorità sanitaria della propria
città, che
dovrebbe quindi essere ben presente su questo ambito tematico, serve un inedito progetto generale
di
iniziativa pubblica riguardante un’assistenza decentrata, vicina alle persone, presupposto
fondamentale
per preservare la buona funzionalità specialistica dell’ospedale. In questo scenario il Comune deve farsi
parte attiva, coordinando anche tutte le componenti direttamente o indirettamente coinvolte sul tema del
benessere sociale, nel Progetto di Integrazione delle Aziende USL e Ospedaliero Universitaria di
Parma. Un
percorso che se ben condiviso e valutato, declinato in modo specifico all’interno dei diversi quartieri
oltre che sul territorio provinciale, potrà rispondere a bisogni assistenziali nuovi e in continua
crescita, conseguenti ai cambiamenti demografici e sociali della città.
Si tratta di fare evolvere la tipologia delle Case della Salute in senso comunitario, di
valutare una
distribuzione adeguata delle strutture, quartiere per quartiere, di realizzare un sistema di continuità
assistenziale ripensato come completa integrazione tra il livello ospedaliero e quello delle cure
intermedie e primarie, di sviluppare le modalità di assistenza domiciliare integrata
con presa in carico
dei pazienti e delle loro famiglie, di integrare e rendere efficienti le funzioni tecnico
amministrative,
di valorizzare le professionalità mediche e paramediche. Sul fronte della contingenza COVID oltre a
sviluppare servizi decentrati di assistenza “long covid” andranno adottate azioni specifiche sulla
salute
psichica delle persone più giovani.
Il benessere sociale riguarda anche il tema dell’accoglienza agli immigrati, che va
regolata secondo
l’accordo Stato – Comuni in grado di garantire una gestione ravvicinata ma soprattutto
monitorata e quindi
più efficace delle problematiche da affrontare con il fondamentale contributo del volontariato. Far finta
di niente o non adottare azioni coordinate, vuol dire far crescere il tasso di
marginalizzazione con le
ricadute negative conseguenti per i soggetti interessati e per la vita di tutta la città.
Per le fasce più povere, oltre al supporto emergenziale in collaborazione con il
volontariato allineato ai
servizi sociali comunali, in particolare di reintroduzione nel mercato del lavoro, andrà
dedicato uno
specifico piano casa (a fronte di quasi 2.000 domande di alloggio sociale inevase e oltre
3.000 sfratti)
che richiede interventi innovativi e ottimizzati sui costi-benefici per il recupero del maggior
numero
possibile di alloggi pubblici ma anche privati in stato di abbandono, in collaborazione con
ACER,
Fondazioni, Università, associazioni d’impresa.
Il tema delle persone con diversa abilità deve avvenire innanzitutto attraverso la
ridefinizione completa
dei rapporti con il Terzo settore. Va ripensata e trovata nuova linfa per le offerte di servizi a partire
dall'inclusione nel mondo del lavoro nelle sue varie dimensioni industriale, artigianale
cooperativo ecc.
Non si fa inclusione se non si danno strumenti alle autonomie. Va rimodulata la rete dell'assistenza
domicilare uscendo una volta per tutte dalla logica prestazionale per passare alla realizzazione di un
progetto più ampio di vita. La rete della “Dopo di noi” va ampliata realizzando ulteriori
abitazioni
destinate a garantire continuità anche dopo la scomparsa dei nuclei genitoriali. Sempre
di più il ruolo
dell'Ente Comune deve essere quello della regia e del coordinamento delle notevoli risorse territoriali in
campo.
Per quanto riguarda gli anziani, la costituzione delle Asp rappresenta il punto di forza
per il
ripensamento del settore dell'assistenza agli anziani e alle loro famiglie, secondo linee di azione che
vanno tutte nella direzione del mantenimento delle persone all'interno delle proprie case
ma con strumenti
adeguati. In parallelo le case di comunità, le diversificazioni dei diversi livelli
assistenziali, il
rapporto con la sanità territoriale devono rappresentare un valore aggiunto. Deve stabilirsi una
diversa
contrattualità con gli Enti Gestori cresciuti nel tempo grazie alla committenza degli Enti
Locali che
possono e devono investire risorse proprie non solo a livello economico ma progettuale e di diversa
qualità culturale.
Durante la Pandemia le famiglie sono state lasciate sole con le assistenti familiari a
gestire problemi,
ansie e difficoltà, senza la presenza di un servizio anche da remoto che potesse essere di aiuto.
Il
Comune in queste situazioni deve essere presente. Il nuovo welfare parte anche da li.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Perfezionare e sostenere la filiera di trattamento dei pazienti casa-ospedale-casa e di sostegno
alle famiglie in collaborazione con Azienda Ospedaliera Universitaria, AUSL, assistenza domiciliare
delle Case della Salute ed altri gestori di servizi.
B – Il Comune apre un ufficio di informazione ed orientamento nei confronti delle famiglie per avviarle
a percorsi efficaci di trattamento, cura, assistenza, lavoro nei confronti di diversi tipi di
disabilità, forme di autismo, malattie rare.
C – Realizzare una rete inter-quartiere di prevenzione dello stato di povertà e disagio sociale, con
servizi di ascolto e di accompagnamento decentrati, attrezzati anche per interpretare le problematiche
di ascolto e di sostegno all’integrazione socio-lavorativa delle diverse componenti etniche.
D – Programmare una campagna di realizzazione di alloggi sociali distribuiti nei diversi quartieri della
città, compreso il centro storico, privilegiando il riutilizzo di costruzioni dismesse di proprietà
pubblica e privata e secondo standard di costo-beneficio in grado di incrementare il numero degli
alloggi disponibili.
E - Progettare dotazioni abitative e lavorative di quartiere protette in grado di garantire una
continuità di vita e di relazioni affettive alle persone diversamente abili.
F – Progettare una rigenerazione della parte novecentesca dell’Ospedale Maggiore nella chiave del parco
urbano e di servizi alle persone, con particolare riferimento alla riabilitazione, agli anziani non
autosufficienti, ai pazienti affetti da varie forme di demenza.
G – Realizzare almeno quattro progetti pilota per case-famiglia di quartiere predisposte a processi di
accoglienza futura (Dopo di Noi).
Bisogna innanzitutto pensare a NUOVI MODELLI DI SVILUPPO ECONOMICO consolidando al tempo
stesso il valore e la reputazione della tradizione produttiva della città. Una strategia,
tra passato e
futuro, che necessita di una inedita pianificazione a tempi brevi e medio-lunghi con
tutti i soggetti
attivi sul territorio. Partendo da una domanda che ognuno rivolgerà a se stesso: cosa intendiamo
per Food
Valley (oggi, tra 10 e tra 20 anni)?
Si tratta di sviluppare e valorizzare, con progetti concreti e concezione innovativa, la
distrettualità
agroalimentare di Parma e i settori ad essa collegati comprendenti l’area infomeccatronica e in
chiave
estensiva quelle bio-tecnologica, farmaceutica, del cosmetico, dell’automotive ed oggi delle
rinnovabili.
Una dinamica ben strutturata tra tradizione e innovazione, votata al rispetto ambientale
e alla
caratterizzazione paesaggistica, di cui esistono i presupposti fondamentali di immagine, di sostanza
industriale, formativa e della ricerca (attraverso un necessario rinnovato rapporto tra scuole di
formazione-università-imprese).
In generale si tratta di promuovere, con azioni condivise, una cultura dell’innovazione che dovrebbe
vedere città e territorio identificarsi nel brand “Parma”. Concentrandosi sull’importanza
strategica di
dare un’Identità di Marca al nostro territorio che consenta di connotare l’esperienza
“Parma” come molto
soddisfacente e soprattutto memorabile. In questo scenario anche il tema delicato della Fiera deve essere
interpretato con molta attenzione e lungimiranza.
Per dare sostanza a questa impostazione di marketing territoriale, tra le altre cose, bisognerà
prefigurare una sorta di campus parmense delle attività produttive, dove l’immagine
aziendale non sia solo
prerogativa della singola azienda ma dell’insieme di tutti i soggetti imprenditoriali presenti, quindi
della qualità dell’ambiente insediativo nel suo complesso secondo un ben denotato
paesaggio produttivo (al
contrario di quanto vediamo oggi nei quartieri a partire dalla SPIP), tra città e territorio emiliano ma
proiettata a scala internazionale.
I benefici collettivi dello sviluppo economico ed occupazionale, sempre se sostenibile, con relativo
innalzamento del benessere socio-economico della città e la capacità di
trattenere i nostri giovani più
attivi e meritevoli, dipende da una politica, sino ad oggi piuttosto trascurata, capace di determinare
condizioni di attrattività verso qualificati nuovi soggetti imprenditoriali. Il Comune
deve essere un
partner importante in una strategia di questo tipo sotto il profilo della qualità urbana ma anche degli
incentivi fiscali, dell’insediamento fisico sul territorio, delle procedure realizzative, dei servizi alle
imprese, un sistema di rapporti oggi ancora troppo burocratizzato e non
coordinato.
Il Comune può inoltre contribuire determinando dei volani di sviluppo, sia di sostanza
economica che di
immagi (a complemento dei poli
del Regio e della Pilotta) come luogo vocato all’acquisto ma anche al consumo e alla promozione dei
prodotti gastronomici, tra tipicità ed innovazione (coinvolgendo ALMA e Università), per la città
Capitale
della Food Valley visitabile da migliaia di turisti che arrivano a Parma con
molte aspettative sulla
cultura gastronomica oltre che artistica. Un volano straordinario, stabile e sinergico al rilancio
generalizzato del sistema commerciale e dell’abitare in centro.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Sviluppare con tutte le componenti in campo, pubbliche e private, un progetto complessivo di
definizione delle linee guida caratterizzanti la “Food Valley”, secondo una distrettualità articolata,
fortemente riconducibile al brand “Parma”, e in grado di attirare nuova industria sostenibile ad alta
innovazione di processo e di prodotto.
B – Rigenerare tutto il sistema degli insediamenti produttivi del contesto attraverso una verifica
dotazionale e nuovi criteri di qualità insediativa e gestionale collettiva. In particolare l’area SPIP
deve assumere l’immagine di un campus produttivo ad alta qualificazione e con incentivi in grado di
attirare attività industriali innovative a scala internazionale (SPIP CAMPUS).
C – Il rapporto con l’Università va ripreso e coordinato per incentivare filiere di formazione capaci di
supportare i nuovi regimi di qualificazione produttiva, proponendo la nascita di un centro di ricerca e
trasferimento tecnologico pubblico-privato all’interno del Campus Scienze e Tecnologie.
D – Il Comune sviluppa un’azione di incentivo e coordinamento tecnico amministrativo che favorisca
l’autoconsumo energetico da rinnovabili, attivando in particolare un piano, in collaborazione con
soggetti imprenditoriali ed IREN, che evidenzi superfici idonee all’installazione di fotovoltaico, al
formarsi di Comunità Energetiche, alla realizzazione di una rete di infrastrutture di ricarica.
E – Tra le ulteriori azioni tese a rafforzare il brand “Parma” capitale delle “Food Valley” bisogna
puntare al rilancio della Ghiaia come luogo simbolo della cultura gastronomica quale volano di tutto il
sistema commerciale del centro storico e a complemento dell’offerta della città d’arte.
Bisogna innanzitutto considerare che ATTREZZATURE URBANE, INFRASTRUTTURE, MOBILITÀ
costituiscono UN SISTEMA. La gestione di questi settori - caratterizzata fino ad ora da fattori
di una strategia coerente con sperpero di risorse, impatto insostenibile (aeroporto cargo) - deve
contingenti, progetti velleitari, lungaggini operative con forte impatto su
cittadini e imprese, mancanza di una strategia coerente con sperpero di
risorse, impatto insostenibile (aeroporto cargo) - deve
prevedere un preciso nuovo quadro di priorità.
Il tema delle grandi infrastrutture, anziché inseguire la chimera di una fermata AV alla Fiera di più che
improbabile realizzazione tecnica e di controversa utilità, dovrebbe vedere il Comune impegnarsi
concretamente nei confronti degli enti gestori sollecitando ulteriori risorse per il potenziamento
della
linea ferroviaria per La Spezia e l’elettrificazione delle linee per Piadena e
Suzzara allo scopo anche di
attivare treni metropolitani cadenzati a servizio del territorio inter-provinciale. Oltre al
miglioramento
dei treni transregionali sulla linea Mi-Bo con regime metropolitano a servizio dell’utenza
pendolare. Va
inoltre richiamato il rispetto degli impegni di RFI con l’incremento dei treni dell’Alta Velocità
per Roma
(almeno tre giornalieri) e l’istituzione di un efficiente servizio di navette tra Reggio
AV-Parma-Aeroporto-Fiera modulato sulla variazione di domanda.
Risulta altresì prioritario un significativo piano di manutenzione degli spazi urbani,
aree verdi, strade
e marciapiedi, piste ciclabili, con apertura di strade e ponti chiusi o a traffico alternato. Un
intervento generalizzato a beneficio di tutti i cittadini e le aziende, e di tante
imprese medio-piccole
di costruzione. Con il Piano della Mobilità devono essere definiti obiettivi chiari di
elettrificazione
del trasporto pubblico e di incentivo alla mobilità dolce. Fondamentale la messa a punto di un
sistema
intermodale complessivo attraverso concreti incentivi alla mobilità ciclopedonale
(connettendo le tante
ciclabili interrotte e a scala territoriale la ciclovia Sala-Colorno e Collecchio-Parma) nonché nuove
formule per il trasporto condiviso.
Tra le attrezzature urbane il tema dello stadio va riaperto con il Parma Calcio ma nell’ottica di una
efficiente nuova struttura ad alta sostenibilità, anche per grandi eventi e funzioni
metropolitane, da
erigersi su aree urbanizzate dismesse nella fascia nord della città, riportando il
Tardini alla sua
essenza monumentale per consegnarlo alle attività sportive amatoriali e scolastiche, alle giovanili, al
verde per tutta la cittadinanza.
Bisogna poi ripensare il programma delle opere pubbliche evitando sprechi di denaro
(vedasi il rifacimento
di Via Mazzini) e le lungaggini dei lavori con forte impatto sulla città (il Ponte Romano). Le lunghe
attese in fila in auto negli ingorghi causati da un mancato coordinamento nell’esecuzione delle
manutenzioni delle strade soprattutto a nord della città sono nella memoria di molti parmigiani ed evocano
diversi e più efficienti criteri di programmazione, coordinamento e di appalto di queste
opere in
collaborazione con ANAS e Provincia.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Bisogna abbandonare i progetti velleitari e di assai improbabile realizzazione favorendo una
concentrazione realistica delle risorse sul completamento della rete viaria (ad es. prolungamento viale
Forlanini, apertura via Versailles, rifacimento ponti a senso alternato, risezionamento delle strade più
strette e senza marciapiedi, il completamento dei tratti interrotti di ciclabili e la realizzazione
della dorsale ciclabile espressa nord-sud (A1 – Campus) ed est-ovest (San Pancrazio-S. Prospero) e verso
le frazioni.
B – Rinnovare le richieste dei finanziamenti per il completamento in tempi brevi della Tirreno-Brennero
ferroviaria e l’elettrificazione delle linee ferroviarie interregionali, il potenziamento della linea a
regime metropolitano per l’utenza pendolare, l’incremento dei treni dell’AV in Stazione, la
realizzazione di un efficiente servizio navette su gomma PR-RE AV.
C – In generale va predisposto un piano quinquennale di manutenzione stradale (ben coordinato con ANAS e
Provincia) e degli spazi pubblici urbani in grado di favorire, a parità di risorse, un’efficienza
funzionale al maggior numero possibile di utenti urbani, cittadini ed imprese.
D – Tutto il sistema della mobilità va ristudiato in chiave integrata per corrispondere alle necessità
di una mobilità privata fortemente orientata all’elettrico, di elettrificazione del trasporto pubblico,
di sviluppo ad un’economia di scala del servizio di car sharing, di realizzazione e manutenzione
sistematica, non occasionale, di infrastrutture ciclabili solo così realmente utilizzabili sia in ambito
urbano che per il collegamento sub-urbano. Ridefinizione della governance di Infomobility.
E – Nell’ambito dei progetti di quartiere e per il centro storico, a partire da un censimento sul
patrimonio edilizio dismesso o non utilizzato produttivo e residenziale, favorire un piano di incentivo
per il recupero edilizio sia per attività produttive sostenibili che per edilizia sociale in
collaborazione con Fondazioni bancarie, istituti di credito, bandi di finanziamento pubblico. Promozione
di una cultura della qualità architettonica ed urbana.
A Parma serve un IMPEGNO CONCRETO SULLA QUALITÀ AMBIENTALE e non una continua ricerca di
soli
riconoscimenti di immagine più o meno qualificanti. A fronte dell’emergenza climatica, forse
più lenta ma
sicuramente più decisiva di qualsiasi altro rischio a scala globale, le politiche ambientali
devono essere
trasversali a tutti i settori di intervento, definendo i limiti e le opportunità di uno
sviluppo veramente
sostenibile non in senso generale ma declinato sul contesto specifico della città.
La focalizzazione di alcuni obiettivi tematici alla portata del governo locale come il
consumo di suolo,
l’uso dell’acqua, la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, la piantumazione puntuale ed estesa e
le attività agricole suburbane a servizio della città (consumo a KM 0), la mobilità a basso impatto
ambientale, la sostenibilità edilizia e dello spazio pubblico, possono incidere positivamente sul
microclima e sulla qualità dell’aria e dell’acqua della città, rendendola più
resistente alle criticità
climatiche incidenti sulla salute e il benessere dei cittadini oltre che sui
loro beni materiali e, non
ultimo, più competitiva sul grado di attrattività in generale.
Tra le principali criticità quella della qualità dell’aria a cui la nuova
amministrazione deve fornire un
proprio contributo attraverso molteplici settori e iniziative tra le quali, ad esempio,
l’elettrificazione
completa del parco mezzi TEP e la collaborazione alla sostituzione generalizzata degli impianti
di
riscaldamento domestico. Il tema dell’energia rinnovabile, in particolare
fotovoltaica, potrebbe
svilupparsi significativamente se il Comune si facesse carico di un piano di facilitazioni e di
incentivi,
mostrando con chiarezza le opportunità finanziarie in essere nel quadro della transizione
ecologica, dando
supporto tecnico a cittadini, aziende, comunità. E qui il tema non è solo ecologico ma
anche di riduzione
del costo delle bollette.
E’ vero che la mobilità elettrica non è la panacea del problema ambientale, ma nell’ecosistema
prettamente
urbano, nelle zone più densificate, l’autoveicolo elettrico riduce fortemente
il contributo inquinante
diretto, si pensi alle auto ma anche ai furgoni di distribuzione merci, agli autobus, ai taxi, al car
sharing. La stessa diffusione esponenziale della bicicletta elettrica può dare un
contributo di nuovi
utenti su distanze sub-urbane e verso i centri frazionali che con la semplice bicicletta
pochi cittadini
potevano affrontare. Rispetto a questi trend di sviluppo dobbiamo però predisporre una rete di servizi di
erogazione dell’energia elettrica adeguati in ogni parte della città.
Sull’aeroporto la posizione deve essere chiara: no a quello cargo e all’allungamento della
pista piuttosto
valorizzazione dell’esistente, già fortemente finanziato con soldi pubblici, con finalità turistiche,
quelle che richiede Parma. Una scelta motivata da ulteriore inquinamento dell’aria, già
oggi un problema
rilevante per la città, da notevole disturbo acustico soprattutto notturno (incidente sul
sonno) esteso a
tutta la città e non solo per l’area di Baganzola e San Pancrazio, da consumo di suolo
con insediamento di
capannoni, incremento di parcheggi e infrastrutture asfaltate producenti bolle di calore,
da incremento
del traffico pesante. Una situazione del tutto in contrasto con l’identità di
Parma capitale di una Food
Valley dove le caratteristiche di salubrità ambientale da incrementare sempre
più corrispondono ad un
brand qualitativo di straordinaria importanza economica, già in passato danneggiato dalla realizzazione
dell’inceneritore.
La sostituzione delle alberature non deve essere occasionale. C'è bisogno di un approccio
programmato
all'impianto di nuovi alberi. Varrà la pena di prendere esempio da città che costruiscono la
loro immagine
sul verde urbano, perché fornisce benefici economici e identifica la città. Gli alberi sono un
patrimonio
inestimabile, che fornisce servizi dei quali spesso non si ha coscienza.
Il Comune deve quindi programmare ma anche finanziare adeguatamente il verde urbano, dal
parco storico al
piccolo ritaglio verde di periferia, secondo un percorso pluriennale su come raggiungere gli obiettivi. Il
tema della piantumazione urbana e suburbana, il Km verde ed altre importanti iniziative devono vedere un
coordinamento ed un supporto che solo il Comune potrebbe svolgere con la formazione di un network
di scopo
formato da Università, Istituti agrari professionali, da vivaisti, da associazioni di iniziativa privata,
da singoli cittadini. Soprattutto evitando che si determinino fallimenti come a lato della tangenziale sud
con perdita di centinaia di piante per mancata irrigazione.
ALCUNE AZIONI PROGRAMMABILI NEI PRIMI SEI MESI DI NUOVA
AMMINISTRAZIONE
A – Oltre agli interventi per incentivare le rinnovabili e la mobilità dolce e sostenibile, il Comune
deve
ristrutturare il suo settore “Ambiente” attraverso strumenti e risorse umane in grado di dare supporto a
cittadini ed imprese sul potenziale degli interventi, a diversi livello di incentivo, capaci di
sostenere
reali, e non solo nominali, processi di transizione ecologica.
B – L’organizzazione manutentiva in chiave decentrata deve trovare una propria caratterizzazione
tecnico-culturale oltre che sui fattori funzionali ed estetici anche su quelli a carattere ambientale,
utilizzando tecnologie di manutenzione che favoriscano il miglioramento ecologico anche nei
micro-interventi diffusi.
C – In relazione all’azione comunale di incentivo delle rinnovabili, verrà sviluppato un piano generale
contro le bolle di calore incrementate dal cambiamento climatico attraverso le coperture fotovoltaiche
di
grandi superfici a parcheggio presenti nel contesto delle Fiere, dei parcheggi pubblici e delle
aziende.
D - Nell’ambito dei “Progetti di Quartiere” l’aspetto ambientale sotto i diversi profili di resilienza
agli agenti atmosferici estremi e di miglioramento del microclima necessitano di competenze adeguate e
di
prescrizioni anche sul piano delle trasformazioni edilizie pubbliche e private. Si introduce la figura
del
consulente ambientale di quartiere.
E – La pianificazione comunale deve definire obiettivi ben precisi di qualificazione ambientale coerenti
con l’idea di “Food Valley” attraverso processi di incremento dell’industria sostenibile, di transizione
ecologica di quella più inquinante, di incentivo premiante ogni investimento che vada verso obiettivi
green.
F – La formazione di un network di scopo “Parma Città Verde” vedrà il Comune come ente di coordinamento
delle tante realtà già operanti sul piano delle piantumazioni in città. La finalità è quella di
incrementare le risorse atte ad intensificare il tema delle piantate ma anche di ottimizzarne le logiche
di gestione e manutenzione del verde per ricavarne il massimo dei benefici a cominciare dalla protezione
dell’oasi naturalistica del Torrente Parma.